Il Corpo Pompieri di Caslano fu fondato il 27 settembre del 1940.
Da subito un manipolo di uomini volenterosi si prodigò per la causa pompieristica.
L’utilità civile di questa organizzazione fu subito compresa ed apprezzata dalla popolazione, in quanto prima della costituzione del corpo le attività pompieristiche erano affidate all’improvvisazione delle comunità colpite dagli eventi.
Quello che oggi sembra dovuto è stato invece conquistato con anni d’impegno comune./
I Comandanti
Un intervento del 1944
Il 25 marzo scorso, il Corpo pompieri di Caslano, veniva allarmato per incendio ad una casa alla frazione Torrazza. Alle ore 14,30 il primo scaglione di uomini disponibili, partiva alla volta del sinistro con moto-pompa, carro a naspo e quanto del caso. La moto-pompa ha potuto essere rimorchiata da motocicletta. A 150 metri circa dalla casa bruciante, il tutto ha dovuto essere scarrato ed a mano trasportato al punto indicato dal Comandante. Vengono formate due condotte, la prima con compito di estinguere fuoco e bracere nella casa in preda alle fiamme, la seconda per proteggere il corridoio e casa confinante, e più tardi anche il monte da sicuro incendio. Le condotte vengono in seguito spostate, ritirate, rispiegate a seconda del bisogno. Alle ore 17,00 il fuoco è domato. Dopo proceduto ad accertamento, dopo vuotate e ritirate le condotte, controllo e carica del materiale di corpo, dopo ristabilito ordine e raccattato il travame sparso all’ingiro della casa, si fa ritorno al deposito. Alle ore 19,00 segue il licenziamento dei militi.
L’allarme.
Non è mentire il dire, che il sistema escogitato e messo per l’occasione in pratica dal Comando, ha dato luogo al più rapido degli allarmi, col sistema cioè dell’avvisare a domicilio il singolo pompiere; ma non va però dimenticato che questo sistema venne praticato ed ha avuto il migliore risultato, solo perché era sabato nel pomeriggio, giorno in cui gran parte dei militi a quella ora, già hanno abbandonato i rispettivi cantieri di lavoro e trovansi con quasi sicurezza alle loro case; se invece si fosse trattato di altro giorno od anche solo del sabato mattina, la quistione dell’allarme sarebbe stata alquanto diversa e molto incerta. Un buon mezzo sicuro ed unico per l’allarme non sarebbe fuori posto, una piccola sirena sull’alto del campanile, sarebbe quanto del caso.
Il trasporto degli attrezzi.
Si è sempre creduto, che in casi di lunghi trasporti degli attrezzi, al momento opportuno sarebbe stata cosa facile il raggiungere il primo camion od auto circolante od al posto. La prima prova ha dato risultato negativo. Fidare nel corcorso altrui è nella massima della logica, non fidare, dice un proverbio, è meglio. Nel caso nostro, in mancanza assoluta di automezzi, la moto-pompa ha dovuto essere trascinata alla bella meglio da motocicletta, che casualmente trovavasi davanti al deposito al momento della partenza, e nel tragitto la perdita di tempo è stata rilevante, che se la salvezza della prima casa fosse stata quistione di tempo nostro impiegato, il Corpo pompieri di Caslano, avrebbe oggi al proprio attivo, non un esito lusinghiero, ma una scoraggiante disfatta delle più riprovevoli. Ora, per citare un esempio, si pensi al caso, che se domani il locale Corpo pompieri venisse chiamato a prestare la propria opera lungo la valle della Tresa, od anche solo a Pura o Neggio, cosa farebbe questo corpo pompieristico trovandosi nuovamente senza mezzo di trasporto. Concludendo questo punto, ogni pompiere è grato verso chi di merito di essere giunti con prestezza in possesso di modernissima moto-pompa, ma perché questo potentissimo mezzo di spegnimento d’incendi possa sempre sortire i suoi effetti, è necessario dotare il corpo di adatto mezzo di trasporto.
Il funzionamento della moto-pompa.
Dopo avviamento la macchina ha funzionato a meraviglia. Per i due getti potenti d’acqua era un giochetto sfidare con voluttuosa vertiginità le forze brutali del fuoco, ma questo è detto dopo l’avviamento del motore. Cause? La troppa poca messa in moto del motore per dovuta economia di carburante. Parecchio si è dovuto tribolare per la sua messa in marcia.
Le condotte spiegate.
I tubi a nostra disposizione erano più che sufficienti per spiegare altre condotte oltre le due spiegate, ma se puta-caso avessimo dovuto partire da qualche centinaio di metri più lontano, che cosa sarebbe successo? I tubi non sarebbero stati bastanti per una sola condotta. Troppi, troppi pochi tubi si hanno ancora a disposizione, un minimo di cinquecento metri, dovrebbe essere la giusta proporzione in possesso di ogni corpo pompieri.
Il lavoro degli uomini.
La prova del fuoco non poteva riuscire migliore, coraggio, sveltezza, decisione, disciplina impeccabili. Tutti gli uomini si sono impegnati con grande serietà, ed a dire il vero , non si riprometteva si tanto da un giovane corpo.
Risultati conseguiti.
L’incendio prodottosi in seguito a difetto nella stufa a legna in cucina, lasciata accesa al mattino alla partenza della dimorante nella casa, ha prodotto un incendio latente, il quale poté essere scorto solo verso le ore 13,30 e cioè quando le fiamme divoratrici, corroso il mobilio uscivano dalle finestre e dal tetto. Al giungere dei pompieri irrimediabilmente lì tutto era perduto, ed il compito unico era ed è stato quello di circoscrivere il fuoco entro le sole mura della casa bruciante, perché la vicinissima altra casa non cadesse essa pure preda delle fiamme, fiamme che alimentate da un fortissimo vento, avrebbero benissimo potuto intaccare anche la regione boschifera che parte ai lati e nel retro della casa. Il compito dei pompieri non è stato tanto facile, ma è stato completamente raggiunto se pure dopo due ore di febbrile attività.
Chiudendo questo cenno di cronaca pompieristica, non tralascio dal dire che gli insegnamenti avuti in questa loro circostanza pratica furono parecchi, un conto è esercitazione ed altro è caso effettivo. I pompieri di Caslano, molto hanno imparato e tutto sapranno mettere a profitto. Le Autorità superiori nostre però, a loro volta non dovrebbero trascurare le lamentele esposte, le quali improntate a serena oggettività, dovrebbero dar luogo ad un sempre miglioramento dei corpi pompieristici, per un massimo di rendimento in efficienza bellica contro il fuoco di domani. La vera causa pompieristica, perché sia tale, lo esige. Il pompiere sarà riconoscente col sacrificio del dovere impostosi e che dovrà imporsi.
ten MASPOLI
Corpo Pompieri Caslano.